Il settore dentale italiano di fronte alla sfida dei dazi
 Negli ultimi mesi è tornata al centro del dibattito la politica commerciale degli Stati Uniti, con l'annuncio da parte dell'ex presidente Donald Trump dell’introduzione di nuovi dazi, anche su prodotti farmaceutici e dispositivi medici. 
Anche se le nuove misure non sono ancora state ufficializzate, nel settore dentale italiano cresce la preoccupazione: a essere più esposte sono le aziende esportatrici di attrezzature e materiali, ma anche studi odontoiatrici e laboratori odontotecnici, che rischiano di dover affrontare un aumento dei costi lungo tutta la catena di fornitura.
✴️ Costi in aumento e incertezza sui mercati
Come riportato da un recente articolo di Odontoiatria33, è difficile al momento prevedere l’effetto concreto di questi dazi, anche perché le disposizioni americane si applicano non tanto alle aziende, quanto all'origine dei prodotti. 
Ne è un esempio il caso degli allineatori Invisalign prodotti in Messico, che potrebbero essere soggetti a dazi nonostante l'azienda sia americana. 
Una logica che, se estesa ad altri dispositivi, colpirebbe indirettamente anche le imprese italiane del settore dentale.
 ✴️Un settore che tiene, ma resta in allerta
 Nonostante le incertezze legate alla politica commerciale internazionale, il comparto dentale italiano ha mostrato una buona tenuta nel 2024. 
A confermarlo è Fabio Velotti, presidente di UNIDI (Unione Nazionale Industrie Dentarie Italiane), che ha anticipato alcuni dati positivi in vista della presentazione ufficiale dell’analisi di mercato curata da Key-Stone. 
I segnali di crescita sono incoraggianti, ma la possibile introduzione di nuove tariffe rischia di compromettere questa ripresa, soprattutto per le imprese orientate all’export.
 ✴️ L’impegno delle associazioni italiane ed europee
 UNIDI, insieme a FIDE (The Federation of the European Dental Industry), sta seguendo con attenzione l’evolversi della situazione. L’obiettivo è chiaro: evitare che i dispositivi medici dentali vengano inclusi nelle misure ritorsive europee e difendere il diritto dei pazienti ad accedere a tecnologie avanzate senza ulteriori costi. 
UNIDI ha sollecitato il Commissario europeo Maroš Šefčovič a non includere le tecnologie dentali tra le possibili misure di ritorsione commerciale, al fine di salvaguardare sia la competitività delle imprese del settore, sia l’equilibrio economico del sistema sanitario europeo.
  ✴️ Un patrimonio da tutelare
 Le imprese italiane rappresentano oggi il secondo produttore europeo di dispositivi dentali e sono da sempre un punto di riferimento sui mercati internazionali per innovazione, qualità e design. 
L’eventuale introduzione di dazi comprometterebbe non solo la competitività del settore, ma anche l’intero indotto, incluso l’arredamento tecnico per studi dentistici e laboratori odontotecnici, oggi più che mai al centro di un’evoluzione che coniuga ergonomia, igiene e funzionalità.
 In uno scenario internazionale sempre più instabile, diventa essenziale assicurare regole commerciali eque e garantire stabilità produttiva a un settore che incarna l’eccellenza del Made in Italy nel mondo dentale.